Caccia alle streghe e nascita del capitalismo in Europa: una stretta connessione - prima parte
- Marta Regattin
- 14 lug 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 12 feb 2021
L’indipendenza economica di contadini ad artigiani, ma in particolare l’indipendenza economica e sessuale delle donne, costituivano una minaccia per l’emergente ordine borghese
La caccia alle streghe che si diffuse in Europa tra il XV e il XVIII secolo fu un aspetto essenziale dell’accumulazione originaria e uno degli avvenimenti più importanti per lo sviluppo del capitalismo. La persecuzione delle donne in quanto streghe è direttamente connessa con la nascita della società moderna (inevitabilmente capitalista). Ora vi racconterò perché.
L’indipendenza economica di contadini ad artigiani, ma in particolare l’indipendenza economica e sessuale delle donne, costituivano una minaccia per l’emergente ordine borghese: era necessario indebolire la resistenza dei contadini europei all’attacco lanciato contro di loro dalla nobiltà e dallo Stato, rendere più profonda la divisione tra donne e uomini e costruire ruoli specifici per entrambi, ma soprattutto distruggere quell’universo di pratiche, di credenze e di soggetti sociali la cui esistenza era incompatibile con lo sviluppo del capitalismo.
È importante comprendere che la caccia alle streghe non è, come comunemente si crede, l’espressione di un’epoca superstiziosa e la conseguenza diretta della repressione cattolica e dell’ignoranza popolare: infatti nell’alto Medioevo, nonostante la magia permeasse la vita quotidiana fin dalla fine dell’Impero Romano, non ci furono persecuzioni di streghe né processi ed esecuzioni di massa. Il concetto di stregoneria cominciò a prendere forma solo nel basso Medioevo, verso la metà del XV secolo: è in questo periodo di crisi del sistema feudale e di rivolte popolari (vedi precedenti articoli per più dettagli) che iniziarono i primi processi per stregoneria e la magia venne dichiarata uno dei più gravi crimini verso Dio, la natura e lo Stato. Solo verso la fine del ‘400 vennero scritti i numerosi trattati sulla stregoneria tra cui il famoso Malleus Maleficarum del 1486, a cui fa seguito la bolla papale di Innocenzo VIII del 1484, il Summis Desiderantes, in cui la Chiesa dichiarava la stregoneria “una nuova minaccia”. Dopo la metà del XVI secolo il numero delle donne accusate di stregoneria cominciò a crescere in modo esponenziale e l’iniziativa della persecuzione passò dall’Inquisizione alle corti secolari. La caccia alle streghe raggiunse il picco tra il 1580 e il 1630, e si concluse intorno al 1750.

Un processo dell'Inquisizione
Si fece uso di una vera e propria “propaganda multimediale” per generare una “psicosi di massa” tra la popolazione
Questo terribile attacco contro le donne non nacque dal basso, non fu un’iniziativa popolare, fu invece fomentato dalla classe dominante, come spiega Silvia Federici: il panico collettivo, la paura per le streghe che porterà le persone a denunciarsi tra loro, è frutto di un indottrinamento di massa. Erano infatti le autorità pubbliche a manifestare apertamente la loro preoccupazione per il diffondersi delle arti oscure e a spostarsi di villaggio in villaggio insegnando alle persone come riconoscere una strega, portando con sé liste di nomi di streghe sospette e minacciando di punire chiunque non denunciasse o cercasse di aiutare una strega. Si fece uso di una vera e propria “propaganda multimediale” per generare una “psicosi di massa” tra la popolazione: si utilizzò la stampa per avvisare le persone dei pericoli della “stregoneria”, per descrivere i processi alle streghe e i delitti che avevano compiuto, per divulgare ritratti grotteschi delle cosiddette streghe e insegnare a riconoscerle. Il contributo più grande alla persecuzione venne però da giuristi, magistrati e anche alcuni filosofi, scienziati ed intellettuali: furono loro a strutturare le argomentazioni, a rispondere alle critiche e a perfezionare la macchina legale.
Bacon utilizzò deliberatamente l’immaginario della caccia alle streghe come metafora per descrivere il suo nuovo metodo scientifico
Questi vengono oggi ricordati come “padri del razionalismo moderno”, e tra loro troviamo Thomas Hobbes, che approvava la persecuzione come strumento di controllo sociale, ma anche Jean Bodin e Francis Bacon. Bodin, il teorico francese della nuova dottrina economica del mercantilismo, nonché fondatore del concetto moderno di sovranità, era un difensore del razionalismo moderno e allo stesso tempo uno dei promotori più radicali del massacro delle streghe. Riteneva che per sviluppare nuovo benessere dopo la crisi agraria medievale, lo Stato moderno avrebbe dovuto essere investito di sovranità assoluta e avrebbe dovuto procurare lavoratori sufficienti per la nuova economia: per farlo affermò la necessità di combattere duramente le streghe, considerate responsabili di molti aborti, dell’infertilità delle coppie o di rapporti sessuali non volti alla procreazione. Bacon invece utilizzò deliberatamente l’immaginario della caccia alle streghe come metafora per descrivere il suo nuovo metodo scientifico. Egli descrisse la natura come una donna che viene torturata con le nuove invenzioni meccaniche e tecnologiche dall’Inquisizione per carpirne i segreti: secondo Bacon la natura non li rivelerà se non violata con la forza e dovrà essere messa al servizio degli uomini, schiavizzata e dissezionata per il miglioramento della condizione umana.



Thomas Hobbes, Francis Bacon e Jean Bodin
Cosa decisamente più nota, anche la chiesa cattolica romana ebbe un ruolo fondamentale nel fenomeno della caccia alle streghe, ancorando la spiegazione di una tale persecuzione a ragioni metafisiche, teologiche, morali, fornendo dunque la giustificazione ideologica al massacro. Ciò non toglie che questa si configuri come un’iniziativa politica di vasta portata, piuttosto che un fenomeno di panico collettivo popolare o un prodotto del fanatismo papale. Infatti, all’apice del fenomeno furono le corti secolari a istituire la maggior parte dei processi, mentre nelle aree dove operava direttamente l’Inquisizione, ovvero Spagna e Italia, il numero delle esecuzioni rimase relativamente basso. Inoltre, era sempre lo Stato che eseguiva le sentenze, anche quelle dell’Inquisizione, in modo che il clero non si macchiasse direttamente di questi crimini. Ulteriore evidenza, in supporto della natura politica della caccia alle streghe, è il fatto che sia le nazioni cattoliche che quelle protestanti, sempre in guerra tra loro, unirono le forze per perseguitare le streghe.

Il rogo di una strega
La crisi demografica e la caccia alle streghe
In generale l’obiettivo della caccia alle streghe è la distruzione di uno stile di vita, di un insieme di conoscenze, pratiche e soggetti sociali incompatibili con lo sviluppo del sistema capitalista. In particolare, però, lo scopo di questo violento attacco contro le donne fu la distruzione del potere femminile e di ogni forma di associazionismo femminile, per delle ragioni precise. Secondo Federici, Mariarosa Dalla Costa e Selma James, l’esproprio dei lavoratori europei dai loro mezzi di sussistenza e l’asservimento delle popolazioni indigene non sono stati gli unici mezzi con cui si è accumulato e formato un proletariato mondiale (vedi articoli precedenti per maggiori dettagli): questo processo ha richiesto l’assoggettamento delle donne alla riproduzione della forza-lavoro e dunque la distruzione del potere delle donne. Ma cosa significa “assoggettare le donne alla riproduzione della forza-lavoro”?

Silvia Federici, sociologa, accademica, filosofa, attivista e saggista italiana naturalizzata statunitense, ascrivibile ideologicamente al marxismo femminista
Fonti bibliografiche:
DALLA COSTA M. e DALLA COSTA GIOVANNA F., Donne, sviluppo e lavoro di riproduzione, FrancoAngeli s.r.l., Milano, 1996
FEDERICI S., Calibano e la strega. Le donne, il corpo e l’accumulazione originaria, Mimesis, Milano-Udine, 2015
FEDERICI S., Il punto zero della rivoluzione, Lavoro domestico, riproduzione e lotta femminista, ombre corte, Verona, 2014
FEDERICI S., Reincantare il mondo. Femminismo e politica dei commons, Ombre Corte, Verona, 2018
Ho scelto di dividere in due parti questo articolo per rendere più agevole la lettura e perché i concetti che meritano una lettura attenta sono davvero tanti. Risponderò alla domanda con cui chiudo questa prima parte nella seconda parte, che uscirà a breve. Spero che questo argomento molto controverso vi appassioni almeno quanto ha appassionato me quando ho cominciato le prime letture a riguardo e, mi raccomando, se vi è piaciuto lasciate un like, commentate, condividete il più possibile perché condividere l'informazione alternativa è l'unico modo per far sì che sempre più persone comincino a pensare in modo critico e a comprendere che non esiste una sola narrativa, quella dominante.
Solo partendo dalla rilettura e dalla comprensione della nostra storia possiamo pensare di avere un ruolo attivo nel cambiamento oggi.
STAY TUNED!
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