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La caccia alle streghe nel mondo contemporaneo - Africa

  • Immagine del redattore: Marta Regattin
    Marta Regattin
  • 11 apr 2022
  • Tempo di lettura: 8 min

Aggiornamento: 13 apr 2022

Introduzione


In diverse parti del mondo, all’incirca a partire dagli anni Ottanta del Novecento, è nato e si è diffuso un fenomeno che si pensava fosse ormai relegato al medioevo europeo, ma che ha invece ripreso piede silenziosamente: la caccia alle streghe. Questa nuova persecuzione non è, come si potrebbe facilmente pensare, una peculiarità delle società “arretrate” rispetto all’occidente, ma si inserisce in un fenomeno mondiale strettamente connesso con la globalizzazione e dunque con il capitalismo, che è la crescente violenza contro le donne.


Questa violenza ha avuto il suo apice in Europa con la caccia alle streghe nel medioevo e si è diffusa e aggravata in tutto il mondo con l’espansione globale del capitalismo. La nuova caccia alle streghe si è maggiormente diffusa in Africa, India, Nepal e Papua Nuova Guinea, come ricorda in un’intervista il documentarista indiano Rakhi Varma.1 Federici esprime la sua preoccupazione per il fatto che in Europa e negli Stati Uniti non si parli di questa persecuzione e sostiene che questo fenomeno che “infligge indicibili sofferenze a chi è oggetto di accuse di stregoneria” sia “un esempio emblematico degli effetti che la globalizzazione economica ha sulle donne.”2



La caccia alle streghe in Africa


La caccia alle streghe africana è generalmente portata avanti da gruppi di giovani che agiscono secondo le direttive delle presunte vittime di malefici o di altre parti interessate con l’approvazione delle forze di polizia che si rifiutano di arrestare i persecutori per timore di essere accusati di proteggere le presunte streghe o perché non riescono a trovare testimoni. Le streghe vengono esiliate in “campi per streghe”, costrette a fuggire dai loro villaggi perché minacciate di morte, vengono espropriate dei loro beni, spesso torturate e uccise.

Scrive Ogembo, parlando della caccia alle streghe tra i Gusii:


gli abitanti del villaggio hanno circondato di notte le case delle donne sospettate per arrestarle, o le hanno braccate durante il giorno come una preda. Hanno legato loro le mani e i piedi con corde di sisal e dato fuoco dopo averle cosparse con la benzina acquistata in precedenza [...] Poi sono rimasti a guardare le vittime agonizzare nelle fiamme e morire. Alcune delle donne uccise hanno lasciato orfana una prole che è adesso terrorizzata.3


Anche gli abitanti dei villaggi vengono sottoposti a violenti interrogatori per smascherare le streghe, e nemmeno le femministe protestano, per timore che la denuncia possa ulteriormente svalutare agli occhi dell’occidente i popoli africani, che già gli stereotipi coloniali dipingono come arretrati e irrazionali. Inoltre, nessun governo ha mai indagato sul fenomeno né preso misure efficaci per contrastarlo.


In Africa si erano già avuti episodi di caccia alle streghe nel periodo coloniale, in corrispondenza con l’introduzione di economie monetarie che avevano creato nuove disuguaglianze, ma è negli anni Ottanta, con la crisi del debito (= fenomeno economico che i paesi o le organizzazioni sovranazionali attraversano quando incontrano problemi di finanziamento, di solito legati alla difficoltà di pagare i propri impegni o di gestire i tassi di interesse), che la paura delle streghe diventa dominante e dagli anni Novanta, in concomitanza con l’imposizione da parte del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale della politica di aggiustamento strutturale (= termine utilizzato per descrivere i cambiamenti nelle politiche implementati dal Fondo monetario internazionale (FMI) e dalla Banca Mondiale -le istituzioni di Bretton Woods- nei paesi in via di sviluppo, è un finanziamento concesso a condizioni favorevoli dalla Banca mondiale a favore di paesi in via di sviluppo), comincia a prendere la forma di un’intensa persecuzione mietendo migliaia di vittime.4


Perché?

Quali sono nello specifico i meccanismi che hanno portato le comunità africane a sentirsi minacciate dalla presenza delle cosiddette streghe al punto da portare avanti violentissime campagne di epurazione contro le donne?


Intanto, la globalizzazione delle economie africane attuata dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale ha senz’altro degradato la posizione sociale della donna soprattutto in quei contesti in cui era già svalutata culturalmente da pregiudizi patriarcali tradizionali, che da soli però non spiegano l’esplosione di misoginia della caccia alle streghe.

La donna in certe comunità africane, come scrive Elon Dovlo (professore del dipartimento di studio delle religioni all'Università del Ghana), è rappresentata come più misteriosa e predisposta alla stregoneria e al maleficio rispetto all’uomo (5): “il fatto che esse siano responsabili della riproduzione delle famiglie accresce la paura degli uomini per il loro potere.”6



Inoltre, la ristrutturazione globale delle politiche economiche, che ha inaugurato una nuova fase di recinzioni e causato un forte impoverimento, ha innestato una crisi sociale e un conflitto intergenerazionale che ha destabilizzato le comunità e compromesso il sistema riproduttivo.


“[…] milioni di persone, in aree rurali e urbane, si sono trovati con le spalle al muro, incapaci di provvedere alle proprie famiglie e senza speranze per il futuro. L’aumento della mortalità, soprattutto tra i bambini, per il crollo del sistema sanitario, per malnutrizione e la diffusione dell’AIDS, ha contribuito a suscitare i sospetti”7


Lo sfruttamento selvaggio dei paesi post-coloniali da parte del capitalismo internazionale ha infatti messo ulteriormente in crisi un modello di relazioni comunitarie che già il colonialismo aveva profondamente trasformato e che comunque non si erano mai basate su rapporti egualitari. Ad esempio, la riforma del diritto della terra, promossa dalla Banca Mondiale ed altri sostenitori dello sviluppo, ha prodotto e sta producendo benefici solo per gli investitori stranieri portando nelle aree rurali più debito, maggiore alienazione dalla terra e conflitti tra gli espropriati.

I rapidi cambiamenti sociali e il rapido e forte impoverimento hanno reso le persone incapaci di comprendere le forze che governano le loro vite e molti hanno cominciato a credere di essere vittime di malefici. In un clima di risentimento e sospetto reciproco si è diffusa nelle zone rurali e più povere la credenza che i nuovi ricchi abbiano guadagnato la loro ricchezza tramite mezzi illeciti e soprannaturali, e li accusano di voler trasformare le loro vittime in zombie per metterli a lavorare.8

Dunque, è anche in risposta alla mercificazione della vita e al tentativo del capitalismo di ripristinare il lavoro degli schiavi e trasformare lo stesso corpo umano in un mezzo di accumulazione, che si è rapidamente diffusa l’idea che forze maligne possano minare l’energia vitale delle persone e la loro stessa umanità.

Estremamente interessante in questo contesto è la riflessione di Yanis Varoufakis (fu ministro delle Finanze in Grecia per il primo governo di Alexis Tsipras, ora insegna Teoria economica all'Università di Atene):


Un esercito di androidi è il sogno di ogni imprenditore. Di ogni datore di lavoro. Lavorerebbero giorno e notte non solo svolgendo mestieri manuali, ma anche facendo gli architetti, i progettisti, gli inventori. Senza particolari esigenze (a parte quelle previste dalla manutenzione: revisione periodica, lubrificazione costante e fornitura di energia), senza problemi psicologici, senza bisogno di andare in vacanza, senza un’opinione sull’azienda e, naturalmente, senza nessunissima simpatia per il… sindacato.9



Queste sono le trasformazioni che hanno portato alle prime accuse di stregoneria, mosse nei confronti dei soggetti più isolati della comunità, indeboliti dagli effetti della globalizzazione e delle politiche neoliberali e considerati infine la causa stessa della povertà e della crisi sociale: le donne, ed in particolare le donne anziane, vedove, sole, contadine, in sostanza le donne indipendenti.


Peculiare in questo processo è il ruolo della Banca Mondiale che sta portando avanti una campagna ideologica per la commercializzazione della terra facendo leva sull’idea che la terra, se usata per la sussistenza, è un bene morto. È interessante che le accuse di stregoneria siano rivolte specialmente verso le anziane contadine delle zone rurali, che difendono l’economia di sussistenza e il possesso della terra da tramandare alle generazioni successive, promuovendo un uso non capitalistico delle risorse naturali. Nelle campagne contro le streghe è frequente, infatti, l’accusa di essere sterili e di produrre sterilità sia sessuale che economica.10 La caccia alle streghe africana, che rende senz’altro più agevole l’esproprio della terra, si è consolidata ed ampliata con la diffusione recente in Africa di sette religiose provenienti originariamente dagli Stati Uniti, ma anche grazie ai media, che diffondono descrizioni accurate delle streghe, del loro operato e spiegano come identificarle.



Questo fa pensare inevitabilmente a come cominciò la caccia alle streghe in Europa, con le autorità cittadine che passavano di villaggio in villaggio fornendo queste informazioni, e la stampa che diffondeva immagini grottesche che ritraevano le cosiddette streghe e i loro malefici. Ci sono infatti molti elementi in comune tra la caccia alle streghe europea e quella contemporanea africana. In entrambi i casi si tratta di uno strumento di disciplinamento, le “streghe” sono donne sole, anziane, che sono in grado di compromettere l’affermazione del nuovo sistema di rapporti sociali ed economici, e la caccia avviene in società che stanno attraversando un processo di accumulazione originaria: i produttori sono costretti a lasciare la propria terra, si affermano nuovi rapporti di proprietà e si diffonde una nuova concezione della ricchezza e del valore.

In pratica si tratta, in entrambe le epoche, di un periodo in cui le difficoltà economiche rompono la solidarietà comunitaria e le relazioni monetarie diventano egemoni.

In pratica si tratta, in entrambe le epoche, di un periodo in cui le difficoltà economiche rompono la solidarietà comunitaria e le relazioni monetarie diventano egemoni. Come allora, oggi in Africa le attività riproduttive delle donne e il loro contributo alla comunità sono completamente svalutate, e ciò vale in particolare per le donne anziane che non possono avere figli, considerate una minaccia per la comunità, non producendo ricchezza monetaria e utilizzando risorse che potrebbero essere usate dai giovani.11


Il fenomeno della caccia alle streghe in Africa è un fenomeno complesso. Da un lato si può affermare che effettivamente faciliti gli espropri e le recinzioni distruggendo quelle forme di resistenza comunitaria alla globalizzazione spesso guidate dalle donne, ma allo stesso tempo è per i giovani un mezzo per appropriarsi delle risorse in diminuzione, per sconfiggere la povertà.


Note e fonti bibliografiche


Note

1 Cfr. The Indian Witch Hunt, InfoChange News & Features, luglio 2005.

2 FEDERICI S., Reincantare il mondo. Femminismo e politica dei commons, p. 72.

3 OGEMBO J., Contemporary Witch-Hunting in Gusii, Southwestern Kenya. Lewiston, N.Y.: Edwin Mellen Press, 2006, p. 1

4 Cfr. FEDERICI S., Reincantare il mondo. Femminismo e politica dei commons, pp. 72-88.

5 DOVLO, Witchcraft in Contemporary Ghana, in Haar (a cura di), Imagining evil; witchcraft beliefs and accusations in contemporary Africa, Trenton (N.J.), Africa world press, 2007, p. 83

6 FEDERICI S., Reincantare il mondo. Femminismo e politica dei commons, p. 81

7 Ibi., p. 76.

8 Cfr. FEDERICI S., Calibano e la strega, p. 299.

9 VAROUFAKIS Y., È l’economia che cambia il mondo. Quando la disuguaglianza mette a rischio il nostro futuro, BUR Rizzoli, Milano, 2017, p. 94.

10 Cfr. FEDERICI S., Reincantare il mondo. Femminismo e politica dei commons, pp. 72-88.

11 Cfr. ibidem.


Fonti bibliografiche

- DOVLO, Witchcraft in Contemporary Ghana, in Haar (a cura di), Imagining evil; witchcraft beliefs and accusations in contemporary Africa, Trenton (N.J.), Africa world press, 2007

- FEDERICI S., Reincantare il mondo. Femminismo e politica dei commons, Ombre Corte, Verona, 2018

- FEDERICI S., Calibano e la strega. Le donne, il corpo e l’accumulazione originaria, Mimesis, Milano-Udine, 2015

- OGEMBO J., Contemporary Witch-Hunting in Gusii, Southwestern Kenya. Lewiston, N.Y.: Edwin Mellen Press, 2006

- VAROUFAKIS Y., È l’economia che cambia il mondo. Quando la disuguaglianza mette a rischio il nostro futuro, BUR Rizzoli, Milano, 2017


 

Per approfondire

1. I miei articoli sul NEOLIBERISMO:

2. I documentari sulla CACCIA ALLE STREGHE IN INDIA:

 
 
 

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